Incerta la voce segue il ritmo irrequieto del respiro che sovente è affanno. Un fremito scuote il corpo e la lacrima si accinge ad uscire da quel nascondiglio chiamato ironia.
Nel cercare le parole migliori si mostra una parte di te, fa breccia tra i resti del conosciuto e ti allena al silenzio. Lontano ti porta la mente, mentre come una termite scava nel legno dei ricordi per permetterti di andare oltre la paura del nuovo.
In ascolto di ciò che, con fatica, vorresti dire… ti guardo, ti perdi poi ritorni. Interiormente mi inchino a ciò che ho di fronte e abbasso lo sguardo come a prostrarmi a qualcosa che, oltre te, appare e m’incontra nel complicato viaggio che è la vita.
Sonia Lunardi