Ho provato ad addormentare il Drago…sulla scia di note lontane di una musica che mi è familiare.
Ho sentito il suo respiro che lentamente si trasformava in rantolo inquieto…poi sempre più lento.
E’ stato bello assecondare la sua quiete, questo gli ha permesso di ritrarre gli aculei e allentare le squame.
Che dolce sentirlo accasciarsi inerme fino a lasciar cadere la mole in un tonfo sordo che spolvera la sabbia tutt’intorno.
Si è addormentato il drago… E ogni sonno dura cent’anni.
Adesso il sonno è profondo, lo sbuffo è fiacco.
A me è stato dato di addormentare il Drago… A chi sarà dato di svegliarlo?
Sonia Lunardi